Il Petrolchimico di Porto Marghera è uno dei “mostri” fortemente inquinanti della nostra bella Italia. Per decenni, infatti, le industrie insediatesi nel polo, a pochi passi dal cuore pulsante di Venezia, hanno “colorato” e riversato nel mare della laguna liquami e scarti di post-produzione, idrocarburi clorurati e metalli pesanti.
Tra i colossi che si additano come principali responsabili di gravi danni all’ambiente circostante e di moltissimi casi di tumore, tra cui patologie di angiosarcoma epatico, vasculite sistematiche, ci sono le varie EniChem, Agricoltura, Agrimont, Montefibre, Montedison etc., che fin dai primi anni 70 hanno “ferito a morte” e segnato per sempre il tessuto sociale ed anche culturale della gente della Serenissima.
Ma, stavolta, l’aria sembra essere davvero cambiata. Regione ed Amministrazione Comunale hanno fatto muro contro il colosso chimico e stanno ottenendo primi incoraggianti risultati. In cantiere, è il caso di dirlo, c’è la bonifica e la riconversione dell’intera area industriale.
Il sogno: Marghera come Manhattan! Parole e musica del primo cittadino lagunare Luigi Brugnaro: “Marghera una nuova città, modello Manhattan. Con il porto, ma anche attività produttive, ricettive e residenziali. Venezia si candida ad assumere la responsabilità e la regia di una nuova fase di rilancio delle aree portuali e industriali, senza dimenticare la riqualificazione e lo sviluppo delle aree cittadine a ridosso del quartiere urbano di Marghera. Piena sintonia con l’Autorità Portuale e con la Regione Veneto”.
Insomma, i fumi continuano ad uscire dai camini industriali, ma tra le Calli e le Piazze della meravigliosa città sull’acqua, si guarda avanti.
La prima fase, secondo dati istituzionali locali, del nuovo Piano regolatore dovrebbe essere pronta entro fine 2016, con successiva approvazione definitiva attesa per inizio 2022. In stretta sinergia con il Sindaco e la Regione, anche l’Autorità Portuale di Venezia con il Presidente Costa: “Marghera è un luogo unico al mondo, c’è lo spazio e ci sono i collegamenti con il mare, l’auto, la ferrovia”.