Montagna, le conseguenze dei forti temporali estivi

Durante la stagione estiva non è affatto raro assistere alla manifestazione di violenti ed improvvisi temporali che portano con sé paura e forti disagi. Essi si verificano con maggiore frequenza nelle zone di alta montagna, dove le superfici, costituite per lo più da ampie distese rocciose, trattengono una maggiore quantità di calore, spesso in contrasto con il clima mite della località. Questa condizione è decisiva per la formazione di un’ampia nube che, con estrema probabilità, scatenerà il temporale.

È di certo importante conoscere i comportamenti da adottare nel mezzo del fenomeno per evitare di incorrere in gravi rischi per la propria incolumità, ma è di altrettanto interesse informarsi sugli effetti devastanti che il temporale lascia alle sue spalle una volta estinto.

1 – Tronchi e legni a terra

Primo tra i tanti, vi è il problema della raccolta e del successivo smaltimento dei tronchi d’albero crollati durante il fenomeno. In base alla velocità delle raffiche di vento registrate, si conteranno più o meno tronchi riversi al suolo o semplicemente danneggiati; in ogni caso sarà necessario rimuovere ogni pezzo è sistemarlo nel posto idoneo.

La raccolta è spesso affidata all’utilizzo di specifiche pinze per tronchi come quelle prodotte da Tecnobenne che sollevano l’albero caduto e liberano il passaggio. Ma non è finita qui: con grande probabilità le radici dell’esemplare risulteranno ancora piantate nel terreno e ciò che resta del tronco spezzato emergerà insieme ad esse. È importante che ogni parte dell’albero venga rimossa per prevenire futuri problemi durante la circolazione dei mezzi o la deambulazione delle persone, per fare ciò è consigliabile rivolgersi ad un professionista che possa scendere sul campo, valutare la situazione ed agire tempestivamente.

Tra gli episodi più rilevanti ricordiamo il recente disastro che ha colpito le foreste di due località italiane, Val di Saisera (Udine) e Val di Fiemme (Trentino Alto Adige), le quali ospitavano distese di abeti rossi usati in tempi antichi dal famoso liutaio italiano Antonio Stradivari per la costruzione dei suoi violini pregiati. A seguito di un forte maltempo che ha portato con sé venti della velocità di 140 chilometri orari, le foreste sono state completamente rase al suolo ed il Corpo Forestale dello Stato stima che si impiegheranno circa due anni per riuscire a smaltire tutti i tronchi spezzati. Se la natura di tale evento non è paragonabile all’azione di un improvviso temporale estivo, le conseguenze sono estremamente analoghe.

2 – Ingrossamento dei corsi d’acqua

Un secondo problema che bisogna fronteggiare a seguito di un temporale estivo è la possibilità che, a causa delle forti piogge, i corsi d’acqua (fiumi, torrenti, ecc…) si ingrossino ed invadano la terraferma. Ciò accade quando gli argini di un fiume non riescono più a contenere la sua portata, straripando.

Un simile fenomeno è estremamente pericoloso ed è il responsabile di danni causati alle infrastrutture pubbliche e ai civili, soprattutto se si verifica a poca distanza dai centri abitati. Anche quando non vengono colpite strutture edili o persone, i danni inferti alla natura e al paesaggio sono devastanti. Le acque, viaggiando anche per chilometri, possono risultare soggette a contaminazioni, chimiche o fisiche, e portare con sé detriti taglienti, sostanze nocive provenienti dalla rottura di condotti sotterranei, pesticidi o carburanti, tossici per ogni forma di vita (animale o vegetale).

3 – Frane e smottamenti

Conseguenze quasi certe delle esondazioni, sono le frane e gli smottamenti del terreno che circonda il corso d’acqua, ma le cause di tale fenomeno non sempre sono riconducibili agli alluvioni e possono verificarsi anche in assenza della variabile sopracitata.
Le frane sono, per definizione, rapidi movimenti di detriti, rocce o zolle di terra lungo un versante, dunque è intuitivo capire perché i paesaggi montuosi siano i luoghi più soggetti ad eventi di questo calibro.
Sia le frane che gli smottamenti del terreno richiedono un agente esterno che inneschi il crollo o il cedimento della zolla di terra interessata. Gli smottamenti, in particolare, si verificano quando il suolo è formato principalmente da materiale argilloso o sabbioso e quindi più propenso a trattenere ingenti quantità d’acqua che lo rendono meno stabile e compatto.

Oltre all’azione dell’acqua, altri agenti prodotti dai temporali estivi possono provocare il crollo di un versante. Le radici degli alberi, ad esempio, penetrano molto a fondo nel terreno e lo plasmano durante il corso degli anni; se un forte vento si abbatte su una foresta che si estende lungo il fianco della montagna e sradica numerosi alberi, le zolle di terreno precedentemente rette dalle loro radici ormai spezzate, cedono, crollando sempre più a valle e trascinando con sé tutto ciò che incontrano.
I danni che ne derivano sono considerevoli sia quando coinvolgono vite umane, sia quando ciò non accade. Le frane possono provocare la rottura di linee elettriche, l’interruzione della distribuzione di gas e acqua nelle abitazioni e distruggere canali, ferrovie e reti stradali. Le frane, inoltre, possono trasformare drasticamente l’identità del luogo in cui si manifestano, lasciando al loro seguito strascichi di paura e disagi.
Non è possibile quindi prevedere con certezza quando e dove verrà a formarsi un temporale estivo, malgrado ciò, una volta estinto, si può intervenire tempestivamente per rimediare alle catastrofiche conseguenze.

Written by: scavestrao898